lunedì 18 febbraio 2013

Pugni nello stomaco



Non ricordo di aver provato tante emozioni così discordanti e continue come quelle degli ultimi cinque giorni. Non ricordo, per lo meno, che sia accaduto nel corso dell'ultimo anno.

Lasciando perdere i fatti (alcuni noti a tutti, altri solo a me), ciò che  giusto e indescrivibile allo stesso tempo è il turbinio di sensazioni che hanno generato. Quello che hanno scatenato nel mio stomaco letteralmente scombussolato. E stavolta il Mc Donald's non c'entra niente.

Dico la verità. Dopo tutte le esperienze vissute sulla pelle a livello emotivo mi sono convinto che le emozioni non vadano classificate in "piacevoli" e "sgradevoli". La giusta classificazione è tra emozioni profonde ed emozioni superficiali. Tra quelle che senti dentro come un pugno nello stomaco e quelle che invece ti sfiorano il cuore come una carezza. 

Ecco, negli ultimi giorni ho preso solo pugni allo stomaco, ma non tutti hanno fatto male lasciando lividi sui miei fiacchi addominali. Devo dire che ho pianto tanto, e che ho implorato altrettanto qualcuno che oltre le nuvole sicuramente esiste, ma che ogni tanto si distrae come un arbitro che fa finta di non vedere un fallo di mano.

Magari anche lassù hanno Facebook, Twitter o Ruzzle. Magari anche lì pensano alle banalità come spesso faccio io e si dimenticano delle cose importanti. Di persone che sulla Terra soffrono, lottano, si danno da fare per obiettivi massimi o minimi che siano. Che ci mettono il cuore e che non vengono ricompensati. 

Sarebbe assurdo, ora, definirmi non credente. Sto seguendo il corso di Cresima, mi sono preso la responsabilità di tramandare il Sacramento ad un amico. Escludo categoricamente di non credere, ma ci sono episodi che fanno riflettere, che non riesco proprio a spiegarmi. E certi giorni è dura, soprattutto quando i pugni nello stomaco si moltiplicano e da due diventano quattro, otto, sedici.

La vita è questa. A volte è giusto non porsi domande e continuare per la propria strada a testa alta. Provare a guardare oltre l'orizzonte anche se piove, tira vento e c'è un freddo cane. Non è facile, ma bisogna farlo. Lo si deve a chi ha combattuto con la propria vita ed  uscito sconfitto. Lo si deve a chi crede ancora che cambiare le cose, sovvertire i pronostici, sia comunque possibile. 
Nonostante tutto.

FRANCIO



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