giovedì 22 novembre 2012

Francesco è anche questo.



Mi sono perso troppo in chiacchiere negli ultimi tempi, scribacchiando cose a volte senza senso e romanzando forse in modo esagerato sulla trattazione di argomenti banali. 
Ho capito che forse stavo esagerando. 
Certo, parlare di Aruta (lo nomino ora, prima non lo avevo fatto...), di quell'intervista e dei suoi complimenti non è semplice fantasia ma evento reale  - e per fortuna genuino  - che porterò di sicuro sempre con me. Oltre quello, però, una marea di chiacchiere. La testa, il cuore, le emozioni, i se e i ma, rappresentano cose che aprono forse la mente ma non sono in grado di inquadrare la reale situazione di una persona, di un uomo che sta semplicemente cercando di capire di che pasta è fatto.
Io sono Francesco da 22 anni,  7 mesi e 18 giorni. Non è passato poco tempo da quando ho visto la luce, semmai ne è passato troppo per non pensare di potermi finalmente chiedere se sto facendo quello che dovrei fare. 
Devo dire innanzitutto che non sono quello delle elementari, non solo fisicamente (e ci mancherebbe!). E' uguale la passione per la prosa e la poesia, una passione che definirei "anarchica" perchè  non dettata dallo studio di testi  ma da un modo di vedere le cose differente. Francesco è cambiato. " 'Mbè?Cosa normalissima!", direte. E invece no, conosco persone che non sono cambiate di una virgola nonostante l'età ormai matura e si sentono vere, leali ed oneste. Come giusto che sia. Basta scrutare per bene e le trovate.
Ecco, è questo quello che ho fatto negli ultimi tempi. Mi sono guardato un po' intorno. 
L'ho fatto per capire prima di tutto cosa stesse accadendo a me stesso, al lato concreto delle cose. Ho deciso di smettere per un attimo di filosofeggiare (sic.!) e soffermarmi sulle certezze più che sulle ambizioni che restano comunque il sale della mia esistenza.
Le certezze -  ricordatevelo sempre -  man mano che passano gli anni saranno sempre di meno. Quindi tenetevi strette quelle che avete già, prima di pensare a cercarne delle altre per puro sfizio. Preservare, nella vita, credo sia il primo atto di fede nei confronti di se stessi e delle persone che si amano per davvero. E poco importa se il bene o l'amore non è corrisposto, ognuno di noi conosce i propri sentimenti e questo basta e avanza. 
Chiusa questa parentesi sulle certezze (porca zozza mi ero promesso di non divagare!!!), torno a me. Devo mettermi nella condizione di cercare eternamente me stesso, e per farlo non credo serva una bussola.
Dormo poco, pochissimo, e qualcuno me lo ha fatto giustamente notare. Il perchè è presto spiegato: sono in alto mare con l'università e il pensiero degli esami mi tormenta quasi quanto il tempo massimo consentito per la stesura degli articoli. La mattina si studia (a rilento, molto a rilento...), il pomeriggio e la notte si scrive. La mia vita va avanti così, condita da relazioni personali che mi rendono orgoglioso di quello che sono. 
Mai stato modesto, ma quando ti trovi bene a parlare con una, due, tre, quattro persone lo senti. E per forza di cose è merito tuo oltre che loro. Adoro parlare con gli amici (ecco una caratteristica comune al Francesco di 15anni fa, casomai sono alcuni amici ad essere cambiati...) e ancor di più amo ridere, perchè sinceramente di affossarmi ne ho le cosiddette scatole piene. 
Da un paio di mesi a questa parte tra me e tutto il resto c'è di mezzo anche un cane, che ruba sonno quasi quanto gli articoli e gli esami. Chi non ha un cucciolo non può capire. E' fantastico vederlo, fotografarlo e accarezzarlo, ma quando vuole comandare lui bisogna fare qualcosa per cercare di trovare un compromesso. E vi assicuro che non è sempre facile. 
Ad esempio, nel momento in cui scrivo - e sono le due di notte - sta abbaiando in continuazione e pretende di giocare con il suo birillo. Non so se è normale visto che dovrebbe dormire ma me lo tengo così, perchè mi ha già salvato la pelle in giornate uggiose e merita tanto rispetto. Almeno da parte mia. 
Beh, che dire? Sarebbe tutto perfetto con qualche centinaio di pagine di storia in più già nella testa da settembre a questa parte, e invece per ora sono solo duecento su oltre mille. Non ce la farò mai e poi mai. E la cosa che sono sicuro mi ammazzerà sarà  il countdown dell'Avvento: mancano poco meno di 35 giorni a Natale, fatevi due conti.

Insomma, come farò proprio non lo so, ma ma una cosa è certa: cinque ore di sonno al giorno sono poche e devo trovare una soluzione. Diamine se devo trovarla!

Ok, ok, basta. Vi lascio ai vostri sogni, dato che per una volta non vi ho parlato dei miei. Stavolta ho fatto il razionale, ma non fateci l'abitudine. Francesco è Francesco, non lo si cambia in un istante con il semplice schioccare delle dita.
Consentitemi solo un'ultima annotazione, oltre che preghiera: vi dico sempre vivete <<a mille>> le vostre vite". Ecco,  se per caso doveste vedermi vivere la mia <<a cento>>, vi supplico di darmi un bel ceffone. Sono certo che ne varrà la pena. 

Nella foto non ho la faccia di chi vive a mille, ma mi andava di metterne una brutta e inedita, giusto per andare controcorrente fino in fondo...
Un grazie speciale a chi mi legge sempre.

FRANCIO

giovedì 8 novembre 2012

Il cuore oltre l'ostacolo




Mi faccio spesso domande conoscendo già le dovute risposte. Credo infatti che una persona convinta non la misuri dalla faccia tosta, ma dal modo in cui parla al suo cuore. C'è chi sussurra, chi urla, o chi semplicemente lo ascolta senza dirgli neanche una parola.
Ascoltare il cuore.
 Quante volte vi sarà stato suggerito? A me tantissime, anche da persone inappropriate. "Ascolta il tuo cuore - dicono - e vedrai che non te ne pentirai". Il problema è che il fosforo serve non poco in questa vita che sembra più affollata dei grandi magazzini nel periodo natalizio (a proposito, non inziate a respirarlo anche voi il clima dell'Avvento?). 
In un posto come questo, in un corpo come questo e in una vita come questa ci si ritrova sempre a chiedersi se le scelte sono giuste o sbagliate. Se è lecito affidarsi al caso, oppure ponderarle per bene.
Ecco, il cuore aiuta molto in questi casi. Anzi, direi che è decisivo.

La settimana scorsa scrissi uno dei miei tanti articoli sul periodico che ormai da più di tre anni accompagna le mie giornate. Era l'intervista ad un calciatore che giocava nel Benevento e che ho amato alla follia. E' stato il mio primo idolo, il primo vero guerriero e punto di riferimento. Anzi, direi uno dei punti di partenza di un sogno che prima o poi si avvererà, con un pò di fortuna, di coraggio e di voglia che spero mi accompagnino lungo il cammino. 
Un'intervista che scrissi con il cuore, come faccio più o meno spesso,  più o meno... sempre. Adesso lui ha 42 anni, gioca ancora in categorie minori e - cosa ancora più incredibile - segna gol come se fosse un giovanotto. E' stato fantastico, poche ore fa, ritrovarmi in posta un messaggio privato in cui mi ha ringraziato per quanto scritto oltre che lodare l'articolo dicendo che lo ha fatto leggere a tutti i conoscenti e familiari. 
Scrivere mi ha sempre dato soddisfazioni ma raramente riconoscimenti di questo tipo. Ecco perchè quando arrivano mi fanno rendere conto che valgono più di ogni altra cosa. E' come se tramutassero tutti i dubbi in mere nullità.
Mi fanno capire che in fondo il cuore, se vuoi, puoi gettarlo oltre l'ostacolo in breve tempo e che certe volte il fosforo serve a niente. 
Sapete, ci sono circostanze in cui bisogna agire d'istinto. Momenti in cui c'è da mettere i sentimenti prima del resto delle cose e convincersi che la strada imboccata è quella giusta.
Solo così potremo sapere -  alla fine di tutto -  ciò che ci spetta. Insomma, solo così potremo sapere se avremo fatto qualsiasi cosa per portare in trionfo noi stessi. 

E' necessario farlo. Perchè vivere di rimpianti, ne sono sempre stato convinto, non serve a un bel niente.

Francio.