mercoledì 21 ottobre 2015

"Cosa sei disposto a perdere?"



Dovremmo porcela un po' più spesso, questa domanda. Dovremmo porcela soprattutto quando ci troviamo davanti due occhi che ci guardano con l'intensità che raramente riscontriamo nelle persone comuni. Quella luce tipica di chi ci vede come neanche noi sappiamo vederci; di chi vede in noi qualcosa che probabilmente neanche siamo per davvero. Ma quegli occhi sono lì, ci osservano come nessun altro ci ha mai osservato. E ci danno conforto. Sono gli occhi cazzuti dei visionari, di quelli che pensano di vedere cose che altri non vedono. A volte si sbagliano, altre no. Altre forse.

Non sono difficili da riconoscere, quegli occhi. Ti accorgi di loro perchè osservano l'anima, non il viso. Parlano al tuo cuore e non al tuo cervello. Credo che per ognuno di noi sia una fortuna incrociare un paio di occhi così. Una, due, tre, magari tante volte nella vita. La loro presenza fa sentire bene, al riparo da ogni cosa. Quando li incontrate, quando capite che la persona che avete di fronte non sta scherzando con voi, fate a voi stessi questa domanda. 

Per i legami forti si perde sonno, si perde tempo, si perde la pazienza (soprattutto quella), si perdono soldi, energie, treni, bussole, a volte tutto. Altrimenti non sarebbero legami forti. Per loro bisogna rischiare. E se non si è disposti a rischiare qualcosa è probabile che non si sia pronti a voler bene. A voler bene davvero.  Ma è giusto saperlo prima, farsi prima quella domanda. "Cosa sono disposto a perdere?". Porsela prima di iniziare un'amicizia, una relazione, una qualsiasi cosa. E dopo essersela posta, comunicare la risposta a quegli occhi lì, positiva o negativa che sia. Ma farlo all'istante, fin da subito. E' una forma di rispetto unica al mondo: si chiama sincerità.
Francio