sabato 31 agosto 2013

Vi presento Ema



Questo ce l'avevo in testa da tre giorni, come un ritornello. E prima o poi questo ritornello andava scritto, altrimenti a cantarlo ci avrei fatto l'abitudine e a dimenticarlo ci avrei messo poco.

Emanuele ha lo sguardo serio, pronto a catturare ogni minimo dettaglio. L'aria è mediterranea ma tendente allo spagnolo. Non ho viaggiato moltissimo, ma lo definirei quasi un "italiano valenciano". I lineamenti non sono i miei, pur trattandosi di mio cugino.  E non è mio nemmeno il carattere. Il suo è silenzioso, calmo e paziente. Avrebbe una miriade di argomentazioni valide per esprimere un'opinione ma non lo fa. Chissà per quale assurdo motivo. 

A Positano, complice la pioggia che ha accompagnato i miei pochi giorni di vacanza, ho avuto modo di concentrarmi sui dettagli. Niente carta e niente penna, perchè ho optato per una "disintossicazione da taccuino". E perchè in certi casi non ce n'è bisogno in quanto viene tutto naturale. Mai una parola sopra le righe, mai un mugugno. Le dita sempre tra i denti, quasi a voler rovinare una perfezione fisica che a parer suo non gli si addice. L'orologio sempre al polso per monitorare il tempo che fugge via, soprattutto quando accanto hai un certo Francesco, trattato come un ospite speciale proveniente da non so quale set Hollywoodiano. 

Perchè in fin dei conti è così che mi fanno sentire Emanuele e suo fratello Riccardo. Un ragazzo felice e indispensabile. Credo che se trovi persone che ti capiscono, ti amano e ti apprezzano per come sei, nonostante i tuoi mille difetti, hai fatto bingo. Ecco, per loro sono perfetto nonostante la mia totale imperfezione. Un essere umano non potrebbe davvero desiderare di più. 

Emanuele, a dare una sbirciata al suo account Facebook, era un "personaggio" anche al Liceo dove lo definivano "Mister Aristotele" (dal nome del Liceo Scientifico). "Frà, una volta ho fatto un magheggio. Ho mandato un fotomontaggio ad un mio amico per prendere in giro una ragazza e lui, senza dirmi niente, lo ha messo su Facebook. Dopo un'ora la foto ha fatto il giro della scuola e il giorno successivo mi guardavano tutti. Mi sono sentito un pagliaccio". Questo mi ha confidato con una punta di imbarazzo. 

E' una persona timida, a tratti ansiosa, ma che sa il fatto suo. La vita è lunga e gli sorriderà facilmente, ne sono certo. Sull' Ipad di famiglia ha custodite le foto del suo passato, tra cui una con me a piazza San Pietro, risalente all'estate del Duemila. Io dieci anni, lui sei.  Io alto, lui basso. Ora è decisamente il contrario. Rivederla mi ha fatto uno strano effetto, tanto da volerla avere tutta per me sul pc di casa. 

Di tempo ne è passato davvero tanto da allora, ben tredici anni, ma la distanza sia temporale che fisica non ha sottratto energie ad un rapporto reso infinitamente più forte da ogni momento trascorso in compagnia.

Non è solo un onore avere accanto una persona così. E' soprattutto un dono. 

Frà.