<<Francesco, sveglia! Oggi abbiamo da fare...!>>
La voce di mamma mi costringe ad aprire gli occhi in un baleno. Oggi niente scuola, niente latte bevuto in fretta e niente cartoni alla tivù. Il cielo è terso, di quelli tipici invernali, ma per lo meno la maestra Carmen non mi interrogherà perchè la Santa Messa mi attende puntuale.
Tanto puntuale che oggi mi verrebbe di paragonarla ad un uomo innamorato.
Tanto puntuale che oggi mi verrebbe di paragonarla ad un uomo innamorato.
Non è un giorno qualunque nemmeno quest'anno. E' l'8 dicembre, l'Immacolata Concezione, e la tradizione di casa Carluccio deve essere rispettata.
A me,che sono il più piccolo, tocca quel tipo di lavoro che farebbe brillare gli occhi ad ogni bambino: Messa, supermercato, negozio di addobbi natalizi - per comprare le "luci ingarbugliate" - e poi via..! All'opera per la "costruzione" di Albero e Presepe.
Quando hai poco meno di dieci anni ti sembra tutto così fantastico e mettere in atto la scenografia del Natale non è una cosa da prendere per il sottile quando in sottofondo i canti di Michael Jackson, Celentano e di tutti gli artisti americani possibili ed immaginabili, accompagnano la posa dei pastori e quella dei desideri.
Perchè in fondo è inutile negarlo: ad otto anni mentre metti il bue nella capanna magari stai già pensando se Babbo Natale ti porterà quello che gli hai chiesto nella tua letterina. Funziona così. E' il gioco che lo impone!
Dicevo di quei giri immensi a cui mamma mi sottoponeva. Beh, era fantastico perchè innanzitutto usciva sempre fuori qualcosa da mangiare (io pregavo per una barretta di cioccolato, di quelle grandi...) e poi perchè da bambino uscire di mattina mano nella mano con lei era un'esperienza meravigliosa. A renderla unica era il nostro "mestiere". Uno dei pochi giorni invernali in cui era possibile fare un giro con lei di buon ora era proprio quello dell'Immacolata, visto che - io da studente e lei da insegnante - dal 2 novembre in poi eravamo stati sempre impegnati con la scuola.
Vivevo ancora coi nonni e ricordo che l'albero che avevamo era davvero particolare, e il bello è che esiste ancora perchè mio nonno continua a farlo nonostante sia malridotto e da buttare. Non vuole comprarne un altro perchè i ricordi han preso anche lui. Nessuno sfugge ai ricordi.
Pensate che quell'albero diventava più piccolo ogni anno che passava, o forse - chissà - ero semplicemente io a diventare più grande! All'inizio lo vedevo come una cosa immensa, poi pian piano è divenuto una pianta con dei fiocchi rossi che a stento mi arrivava al collo. Mi sto ancora chiedendo come sia possibile...
Sarà che si cresce e si tasta il senso delle cose. Le tocchi con mano e ti rendi conto che la messa in scena dell'8 dicembre altro non era che una cosa montata ad arte per me dalla mia famiglia. Soltanto per me.
Ho vissuto in un posto in cui i valori sono sempre stati importanti e possono essere riassunti in giornate come questa, passate alla storia per l'aggregazione, il calore e la gioia dello stare insieme. Mia nonna che mi passava San Giuseppe in miniatura, mio nonno che cercava di vedere le partite del campionato inglese di calcio al pomeriggio e mio padre che telefonava da lavoro per capire se stesse andando tutto bene. Qualche cambiamento, al suo ritorno, lo avrebbe attuato pure lui mettendoci lo zampino.
Dicono che a distanza di qualche anno le cose siano cambiate. E' facile sentire commenti come <<non è come prima>> oppure <<non sento l'atmosfera di una volta>>. Beh, io penso che sia sempre bello farsi un giro in strada di questi tempi, perchè riempie il cuore di gioia e fa assaporare un po' di cara vecchia nostalgia. Girare tra i negozi e la gente rende essenziale soprattutto un messaggio: il Natale è dentro di noi e da nessun'altra parte.Ognuno lo vive sulla base delle magie vissute in un tempo neanche troppo lontano.
Quindi fate un regalo a voi stessi: chiudete gli occhi.
Io lo sto facendo e mi sembra già di sentirla di nuovo.
<<Francesco, sveglia! Oggi abbiamo da fare...!>>
Chissà se andremo mano nella mano a comprare le "luci ingarbugliate". E chissà se mi comprerà anche stavolta quella barretta di cioccolato...
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