E' passato un pò di tempo, ma sembra ieri. Sono trascorsi quasi sette anni da quando decisi di dare alla luce un blog, e perfino troppi da quando decisi di abbandonarlo. Era il 2005 e la febbre di Msn aveva contagiato tutti. Io non fui capace di distinguermi. Blog targati myspace spuntavano come funghi, ed ero un semplice studente al secondo anno delle superiori. Istituto Tecnico Commerciale Salvatore Rampone di Benevento, un luogo in cui entri con tanti sogni nel cassetto e da cui esci con un diploma che dovrebbe essere un buon biglietto da visita in tema di informatica. Macchè. Succede che cresci, comprendi che quello che stai studiando non è nemmeno vicino un chilometro a quello che vorresti essere in futuro, e ti accorgi pure che quel blog pieno di polvere aperto un giorno qualunque, in un momento qualunque, non serva più.
Ricordo che ci scrivevo di tutto, dalle ragazze al calcio, passando per le feste che davamo con i compagni di classe e le occasioni in cui disertavamo le lezioni.
Ricordo che ci scrivevo di tutto, dalle ragazze al calcio, passando per le feste che davamo con i compagni di classe e le occasioni in cui disertavamo le lezioni.
Era un riferimento, quel blog, e pur essendo partorito dalla mente di un ragazzo di quindici anni, ancora oggi lo troverei tremendamente attuale. E' stato il punto di incontro tra il mio essere immigrato digitale ed il sentirmi finalmente nativo. Già, perchè se è vero che non sono un "nativo", è altrettanto vero che non mi sento neanche immigrato. Provate a metterci mio nonno, ora, su facebook.
Tornando al freddo ed austero istituto Rampone, che mi manca tanto, sia chiaro, ero l'unico della mia classe di ventitrè a possedere e curare uno spazio personale. E' che mi è sempre piaciuto scrivere, non posso farci niente. Ora che ci penso, mi è capitato di subire anche qualche minaccia.
Confesso, me la sono sempre cercata. Una volta pubblicai la foto di tre compagni di scuola che avevano "tradito" i patti non partecipando allo sciopero generale. Nello scatto, i tre che stavano per varcare la porta d'ingresso. L'istantanea era messa lì, "in prima pagina". Inequivocabile il titolo: "TRADITORI". Roba da matti, direi ora. No, non sono mai stato un bullo, ma ricordo che il resto della classe mi portò in trionfo offrendomi pure la colazione. Un successo.
Erano tempi in cui i Modà erano un gruppetto semisconosciuto che vedevi un giorno sì e mille no su Video Italia. Tempi in cui l'Italia del calcio non aveva ancora vinto il suo quarto Mondiale, evento che ora sembra già distante anni luce.
Il mio blog aveva un titolo da quindicenne: "Chi non sogna non fa sognare". Da dove lo presi? Da una canzone dei Modà, ovvio. Solo che adesso non mi piacciono più. Sarà che sono cresciuto, sarà che sono cambiato. Ma all'epoca ci credevo davvero che chi non sogna non facesse sognare. Il fatto è che poi hanno iniziato a sognare in tanti per puro sfizio. E noi, sognatori per professione, siamo stati sloggiati e messi da parte dal tempo che è passato troppo in fretta. Già, ne è passato tanto, ma sembra ieri.
Hai ragione...è passato tanto tempo da quando vedevo il tuo contatto msn sempre con quella stellina accanto che indicava qualche aggiornamento al tuo blog!:) Comunque è sempre bello leggere ciò che scrivi e spero davvero che curerai questo spazio con la stessa passione con cui curavi l'altro che forse era un pò anche per me un punto di riferimento! :) ti voglio bene!!
RispondiEliminaE bravo Francio! Il post lungo ci fa notare la tua passione per la scrittura! Per niente noioso però, uno stile che prende, continua così :)
RispondiEliminaComplimenti Frà!! ho letto entrambi i post e devo veramente riconoscere che destreggi bene la penna... Pur non conoscendo la tua amata Benevento devo dire che quello che scrivi porta il lettore nell'ambiente!
RispondiEliminaComplimenti anche per il font!!! carinissimo!!!!