Quando ero bambino mi chiedevo come si facesse ad essere buoni. Volevo diventarlo anche io, come lo erano diventate la maggior parte delle persone che mi circondavano. Alcune nel tragitto le ho perse, altre invece sono ancora qui a mostrarmi la strada.
Col passare degli anni qualche certezza è venuta meno. I dubbi hanno preso il sopravvento insieme all'ipotesi che essere buoni non serve a niente. Ogni volta che penso a me, vedo qualcosa che non va. Cerco di essere migliore, ma non potrei tentare nemmeno di farlo se non avessi al mio fianco persone che mi mostrano ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Una di queste sei tu, Simo. Niente lagne, niente foto di quando eravamo piccoli, niente di commovente. Semplicemente un GRAZIE. Di tutto.
Come potrei descriverti per chi non ti conosce?
Ti vedo un po' come il chitarrista che accompagna il cantante solista. Il chitarrista fa l'assolo, produce musica, emozione, adrenalina, Ma passa spesso inosservato. Gran parte del merito va al cantante, anche se è il chitarrista ad essersi fatto il sedere più di tutti.
Oppure potrei paragonarti al gregario nel ciclismo, che accompagna il velocista della squadra a fare la volata. Gli fa spazio, gli apre la strada. Gli rende facile il compito di tagliare il traguardo.
Tu non passi inosservata, e aiuti chiunque a raggiungere l'obiettivo.
Stasera, quando mi dicevi di scrivere qualcosa sui fuochi, avevo già in mente qualcosa per te.
Dopo tutto loro vanno via, invece tu resti. Ed è questa l'unica cosa che conta.
Auguri di cuore amica mia. Ti voglio bene.
FRANCIO
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